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Pagina:La scotennatrice.djvu/28

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24 emilio salgari


Esaurita la California, ecco saltare fuori le ricchissime miniere d’oro e d’argento del Colorado.

Turner rifà la via delle Montagne Rocciose e cala sui grandi pianori di quella fortunata regione, trasudante di metalli preziosi in ogni luogo.

La sua entrata in Gold City, allora semplice aggruppamento di catapecchie e di tende abitate da una folla di minatori piovuti da tutte le parti del mondo, per poco non gli costò la vita, e tuttociò perchè, invece di essere un furibondo bevitore di wisky o di gin, si accontentava di bagnarsi l’ugola con delle gazose o con qualche soda-water.

Stanco dal lunghissimo viaggio, entra in una taverna popolata di minatori più o meno ubbriachi e fra lo stupore generale domanda... un bicchiere d’acqua zuccherata o raddolcita da qualche sciroppo.

Uno sghignazzamento generale e più che mai offensivo accoglie la domanda.

Il primo a ridere a crepapelle è il taverniere, un omaccione alto quanto un granatiere di Pomerania.

— Mandatelo a poppare da sua madre!... — urlano tutti. — Del Latte!... Del latte!...

Turner non si perde d’animo e rinnova la domanda.

La risposta del taverniere è la spugna che teneva in quel momento in mano per la pulizia del banco, e che arriva in pieno viso a Turner, accompagnata da queste parole:

— Bevi questa!... È dolce come il miele delle api selvatiche.

Turner prima di allora non aveva mai avute questioni, quantunque fosse vissuto fra la schiuma degli avventurieri.

A quell’offesa accompagnata dalle risa sgangherate dei beoni, il sangue gli monta alla testa.

Con un salto è dietro al banco, afferra il taverniere per la gola e gli assesta prima due tremendi ceffoni, poi due pugni che gli riducono il naso come la spugna che aveva poco prima lanciata.

Nel Far-West, in quell’epoca, non si tolleravano simili colpi di testa e non si badava alla vita d’un uomo, la quale veniva considerata meno importante di quella di un bisonte.

La sera stessa il taverniere, accompagnato da parecchi amici degni di lui, aspetta l’animoso minatore in una via deserta e lo assale ferocemente, ben risoluto a mandarlo all’altro mondo.

Turner però aveva una bella abitudine: non si lasciava mai sorprendere.

Lesto cava il suo fedele Colt e fulmina con tre colpi ben aggiustati il taverniere e due dei suoi amici.

Gli altri, entusiasmati per un simile atto, invece di riattaccarlo, vanno a stringergli la mano ed a congratularsi pel suo ammirabile coraggio!...

Erano così allora gli americani del Far-West. Bricconi ed insieme cavallereschi.

Ecco Turner diventato, senza volerlo, uccisore d’uomini.