Pagina:La secchia rapita.djvu/102

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QUINTO 89


LIX.


Nè molto andò che da diversi intese
     La nuova che temea, di Castelfranco.
     Tosto le squadre in ordinanza stese
     476Per giugner sopra l’inimico stanco.
     Il destro corno Salinguerra prese;
     Ritennero i Petroni il lato manco,
     Presaghi ch’il valor tedesco e sardo
     480Dovea quivi pugnar col re gagliardo.

LX.


Con Salinguerra a destra i Fiorentini
     Giunsero l’ordinanze e i Milanesi,
     E la squadra con lor de’ Perugini,
     484E la cavalleria de’ Riminesi:
     Il signor di Ravenna e i Faentini,
     Fano, Imola, Cesena e i Forlivesi,
     Pesaro, Fossumbruno e Sinigaglia,
     488Il mezzo ritenean della battaglia.

LXI.


Il carroccio restò, com’era usanza
     Tra i Bolognesi, appo il sinistro corno,
     Con molti cavalier di gran possanza,
     492E gente a piedi e macchine d’intorno.
     Indi si mosse il campo in ordinanza;
     E giunse che drizzava al mezzogiorno
     Febo i cavalli, all’inimico a fronte,
     496Rintronando di gridi il piano e ’l monte.

LXII.


Dall’altra parte i Gemignani usciti
     Di Castelfranco alla battaglia in fretta,
     Col magnanimo re de’ Sardi uniti
     500Fermar l’insegne a tiro di saetta:
     E posti in fronte i più feroci e arditi,
     Slargaro i fianchi all’ordinanza stretta,
     Per non esser rinchiusi e circondati
     504Dal numero maggior di tanti armati.