Pagina:La secchia rapita.djvu/220

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DUODECIMO 207


VII.


A Petronio Sampier ch’innanzi al ponte
     Facea la strada a quei della Crocetta,
     Drizzò l’arco Celinda, e nella fronte
     60Gli affisse la mortal fera saetta.
     Nel collo Semidea ferì Bonconte
     Beccatelli ch’uccisi in quella stretta
     Avea Anton Borghi e Gemignan Colombo;
     64E lo fece cader nel fiume a piombo.

VIII.


Fu Girolamo Preti anch’ei ferito,
     Poeta degno d’immortali onori,
     Che quindici anni in corte avea servito
     68Nel tempo che puzzar soleano i fiori.
     Col collare a lattughe era vestito,
     Tutto di seta e d’or di più colori:
     Ond’al primo apparir ch’ei fece in campo,
     72Renoppia di sua man trasse a quel lampo.

IX.


Tra ’l collo e le lattughe andò a ferire,
     E pelle pelle via passò lo strale.
     Ei si sentì la guancia impallidire;
     76Che dubitò la piaga esser mortale.
     L’accortezza e ’l saver nocque all’ardire
     Che gli affissò la mente al proprio male;
     E in cambio di pensare alla vendetta,
     80Correre il fece a medicarsi in fretta.

X.


Ei nondimen, scusandosi, dicea
     Che ’l pugnar colle dame era atto vile,
     E tanto più contra colei ch’avea
     84La sua franchigia in cima a un campanile.
     Intanto da uno stral di Semidea
     Fu morto appiè del ponte Andrea Caprile
     Ch’avea quella mattina un frate ucciso.
     88La balestra del ciel scocca improvviso.