Pagina:La secchia rapita.djvu/89

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76 CANTO


VII.


Sandrin Pedoca, e Batistin Panzetta,
     E Luca Ponticel gli furo appresso,
     Fu morto il Ponticel d’una saetta
     60Ch’uscì di man di Berlinghier dal Gesso.
     Ma Ramberto salito in sulla vetta,
     Si trovò incontro il capitano istesso,
     Ch’armato d’una ronca era venuto,
     64Correndo, in quella parte a dare aiuto.

VIII.


Tosto ch’ei può fermar tra’ merli il piede,
     Pianta l’insegna, e oppone il forte scudo
     A Nasidio che l’urta e che lo fiede
     68Colla ronca a due man d’un colpo crudo.
     L’aspra percossa ogni riparo eccede,
     L’armi distrugge, e lascia il braccio ignudo
     E ferito a Ramberto, e ’l cor ripieno
     72Di furore di rabbia e di veleno.

IX.


A Nasidio s’avventa, e con le braccia
     Pria nella gola, indi ne’ fianchi il cigne.
     Nasidio ratto anch’ei seco s’abbraccia,
     76Lascia la ronca, e al paragon si strigne.
     L’uno di qua, l’altro di là procaccia
     D’atterrare il nemico, e lo sospigne;
     Gli avviticchia le gambe, e lo raggira;
     80Or l’urta a destra, or a sinistra il tira.

X.


Grida Nasidio, che il guerrier sia preso,
     O quivi in braccio a lui di vita casso.
     Egli di rabbia e di furore acceso,
     84L’alza sul petto e tira indietro il passo,
     E sull’orlo del muro il tien sospeso;
     Indi si lancia a precipizio abbasso.
     Gesù chiama per aria in suo sussidio
     88Il discendente del famoso Ovidio.