Pagina:La secchia rapita.djvu/95

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82 CANTO


XXXI.


Ma perchè la man destra avea fasciata,
     E gli benedicea colla mancina,
     Fu scritto al Papa, ch’egli avea mandata
     252Una persona marcia ghibellina.
     Or basta: in ordinanza usciva armata
     La gente; e prima fu la perugina,
     Tremila che mandati avea la Chiesa
     256Col capitan Paulucci a quell’impresa.

XXXII.8


Questi di cortegian fatto soldato,
     Disertò gli Ugonotti e i Calvinisti,
     Fe’ vermiglia la Schelda; indi passato
     260In Francia, guerreggiò co’ Navarristi:
     Navigò nel Danubio; e alfin voltato
     In occidente a più sublimi acquisti,
     Fra i monti Pirenei passò in Ispagna,
     264E riportò per mar guanti9 d’Ocagna.10

XXXIII.


L’armatura dorata e rilucente
     Con sopravveste avea cangiante e varia;
     E camminava sì leggiadramente,
     268Che parea ch’ei ballasse una canaria.
     Disperata guidava e altera gente
     Che la fortuna amica e la contraria
     Egualmente disprezza, e si diletta
     272Sol di sangue, di morte e di vendetta.

XXXIV.


Seguía l’insegna di Milano, e avea
     Gran gente in sulle scarpe e in su le selle,
     Ch’ovunque il guardo di lontan volgea,
     276Rincarava le trippe e le frittelle.
     Seimila pacchiarotti11 a piè reggea
     Marione di Marmotta Tagliapelle:
     Mille cavalli avean per capitani
     280Galeazzo e Martin de’ Torriani.