Pagina:La signora dalle camelie.djvu/20

Da Wikisource.

— 16 —


parlarmi delle sue rendite... Ma non pensiamo a lui. Signori, bevete, mangiate e ridete: ecco la vita che io amo. Una vita d’emozioni, senza le quali sarebbe pur misera la nostra breve esistenza.

Olimpia. Sai tu quello che m’ha regalato Saint-Gaudens pel mio giorno onomastico?

Margherita. No davvero!

Olimpia. Una bellissima carrozza.

Saint. Che ho avuto l’imprudenza di comperare da Devedeux.

Olimpia. Ma, per quanto abbia insistito, non c’è stato verso di fargli comperare i cavalli.

Saint. E non basta il coupè? L’anno venturo completerò l’equipaggio; in un bisogno li prenderemo a nolo; già non saremmo i soli! D’altronde, sapete che ormai sono al verde: e se non vi decidete d’amarmi per la sola mia figura che voi trovate simpatica...

Olimpia. Oh! allora si che impiegherei bene il mio tempo!

Duvernoy. Ma guardate che razza di discorsi mi va facendo quel sarcofago di Saint-Gaudens! A’ miei tempi...

Rieux. Per carità, signora Duvernoy, risparmiate per un altro momento le vostre cronologiche ricordanze; io sono certo che voi venite a parlarmi di Luigi XV. Signora Margherita, guardate piuttosto l’amico Duval, che non ha ancora vuotato il suo bicchiere.

Margherita. Signore Armando, rifiutereste voi di fare un brindisi alla mia salute?

Armando. Oh signora! (alza il bicchiere).

Saint. Alla salute dunque della regina di questa festa! (tutti bevono).

Margherita. Grazie, signor Armando, grazie!