Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
– 30 – |
mondo con sicurezza di assiomi, falliscano al cimento rigoroso della Statistica; ed anche alcuna fra quelle che più ci costa talvolta di dover abbandonare.
Per esempio, quella causa, un tempo sì vantata, del clima, e tenuta per onnipossente anche nell’ordine de’ fatti morali, da Ippocrate fino a Montesquieu, è appunto fra le più restìe alla determinazione statistica. E similmente accade anche di quella della razza, che vi si è venuta più tardi sostituendo a ragione d’importanza.
Appena entrata in quel sì vasto e sì fecondo campo delle applicazioni antropologiche, la rigorosa misurazione statistica ha già cominciato ad abbattere una folla di sistemi a priori che vi tenevano il predominio; e si vedono scomparire dai risultati metrici certe troppo semplici e troppo esatte proporzioni, aritmetiche o geometriche, lineari, quadratiche od altre, che alcuno avea creduto di prenunziavi(5).
In quel fitto intrico di cause di ogni ragione e di ogni grado, dirette o indirette, intrinseche od estrinseche, che esercitano un’efficacia nella criminalità, l’analisi statistica non è ancor giunta a sceverare, in modo compiuto, ed irrefragabile, la parte che spetta all’istruzione, sopratutto ove si assuma a criterio di questa la semplice proporzione di coloro che frequentano la scuola.
E parimenti, io dubito non vada senza eccezione, anche solo per le ragioni matematiche, quel famoso concetto dell’uomo medio, che è divenuto sì comune, fra gli statistici; e stimo che i metodi applicati dall’illustre autore della Fisica sociale e dell’Antropometria, sì luminosi e felici finchè trattasi della media di singoli elementi, addimandino invece di essere nuovamente discussi, per quello che concerne la sintesi dei vari elementi fra loro, e la media sistematica (se così posso chiamarla, ovvero il sistema medio), che dev’esserne la rappresentazione. Ed è un altro punto cotesto, sui quale ci converrà pure intrattenerci alquanto a suo tempo.