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i colori degli antichi 143

truvio detta una sostanza eruttiva che si trova nelle miniere di rame, e della crisocolla artificiale di Plinio, che si trova nelle vicinanze delle vene metalliche, ritiene l'una un carbonato di rame e l'altra un'argilla imbevuta di solfato dello stesso metallo, e che il nome di crisocolla derivi dalla polvere verde di cui si servivano gli orefici antichi, che fra i suoi componenti aveva il carbonato di rame.

I verdi delle « Nozze Aldobrandine» sono tutti di rame, per ciò, concludendo sir Davy Humphry, ritiene che gli antichi avessero il vantaggio di due colori, l'azzurro egiziano e la porpora di Tiro sconosciuti ai moderni.

Senza entrare nel merito di questo supposto vantaggio degli antichi non essendo le vetrificazioni colorate adatte a produrre colori intensi per la pittura, nè la porpora di Tiro avendo rinomanza che per la sua applicazione ai tessuti che erano privilegio, presso i Greci ed i Romani, di una ristrettissima classe di persone, ma perchè Plinio assicura che si dava per suo mezzo l'ultimo grado di bellezza alla Sandice, la quale era una composizione fatta dalla calcinazione dell'ocria e della sandracca, e, secondo lo stesso sir Davy, molto simile al nostro cremisi, non torna fuori di proposito un cenno su questo famosissimo colore dell'antichità.

La porpora dei Greci, quanto quella dei Romani, si ritraeva da una conchiglia univalve, della quale vi erano due specie che si raccoglievano lungo le rive del Mediterraneo. Vitruvio afferma che il colore differiva secondo il paese di derivazione della conchiglia e che il suo colore era più violaceo nei paesi nordici e più rosso in quelli meridionali. Soggiunge pure che si preparava il colore battendo le conchiglie con istrumenti di ferro e che si mescolava con un po' di miele.

Tale conchiglia sembra scomparsa. Però nel 1683 si trova-