Pagina:La tecnica della pittura.pdf/79

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garanzia di sfidare i secoli. Ma tale riflesso pare non abbia in ogni epoca preoccupato troppo lo spirito dei committenti gli affreschi e degli artisti che vi affidarono l'opera loro, vedendosi dalle località prescelte per un gran numero di pitture di tale genere essersi seguito piuttosto il capriccio di avere dei dipinti a buon fresco che non pensato ai riguardi richiesti da così pericoloso piano d'appoggio dei colori.

L'ubicazione del muro, la condotta delle acque del tetto e del suolo, la qualità dei materiali di costruzione del muro si ripercuotono tutte sull'intonaco ultimo e sui colori che sostiene, ai quali possono nuocere tanto lo stato permanente di umidità quanto una eccessiva secchezza circostante. Per ciò non è da dirsi come sia più logico e facile accertare dapprima le condizioni sfavorevoli per una pittura ad affresco che il procedere poi a difese sempre ipotetiche quando non rispondano all'unico concetto che questo genere di dipinto esige tutte le cautele che impone la conservazione di qualsiasi pittura. L'artista può contribuire, una volta manifestatesi le conseguenze della cattiva esposizione di un affresco, ad arrestarne il progresso e scongiurarne qualche altro danno imminente, ma ciò non entra nelle attribuzioni vere del pittore nè importa molto a quel criterio tecnico che non si rafforza dalle occasioni del restauro ma dalla cognizione delle cause che nell'esercizio dell'arte conducono ad evitarlo.

Non si potrebbe dire di avere esaminate tutte le circostanze dalle quali dipende la riescita durevole di un dipinto a fresco, lasciando in disparte il ritocco che tanto spesso si rende necessario anche quando dall'artista si sia ottemperato ai dettami del più stringato raziocinio e proceduto alla più rigorosa scelta del materiale d'uso, e alle inesauribili risorse di una pratica consumata del dipingere a fresco.