Pagina:La vallese.djvu/12

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— Gesù ve ne può liberare!... Per ciò appunto che Egli è venuto in questo mondo, per alleviare quelli che son travagliati ed aggravati! Se voi andate a Lui, Egli darà riposo all’anima vostra!

— Ahimè! nello stato in cui mi trovo sarei io ricevuta da Lui? Se voi sapeste quante volte io già avrei voluto farlo! Oh! io mi sarei data interamente a questo Salvatore, se non mi avesse rattenuta l’idea della mia indegnità. Ieri ancora mi ricordai di quel che il forestiero ci disse del Figliuol prodigo, e mi venne da piangere, pensando alla sua felicità. Ahimè! diceva io, e lo dico ancora, quanto dovette essere felice nelle braccia di suo padre!

— E credete voi, sorella mia, che le braccia dell’Eterno vi sieno oggi meno aperte, di quel che lo furono a quel Figlio perduto?

— Ahimè! ch’io non son degna di abbandonarmici!

— O il Figliuol prodigo era degno? E chi parla di esser degni, quando si tratta di grazia?

La povera donna mi guardò, come se cercasse d’intendere quel ch’io le aveva detto; ma non lo intese. Dunque è molto difficile al cuor dell’uomo il credere di poter essere amato da Dio! Parlate al più gran peccatore, allo scellerato, di riscattare da sè stesso i suoi delitti, egli ascolta; e se è convìnto, si commuove, e una vita di austerità, di sacrifizj di ogni genere, non lo spaventa. — Ma annunziategli il perdono gratuito, dite a questo colpevole, il quale pur si sente condannabile, che il suo Creatore, il suo Dio, divenuto suo Salvatore, gli rimette i suoi peccati, e gli dà la vita, l’uomo non lo crede più, non lo vuol più. Non può ammettere la misericordia di