Pagina:La vita di Erostrato scoperta da Alessandro Verri, 1815.djvu/106

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invitata da quel lume a consumarsi, mi dolgo del suo fatale istinto. «O supremo reggitore, sclamò sollevando le mani Evsevaste al cielo, ti muova a pietà l’infermo intelletto de’ mortali! Eccone uno fra molti avveduto, eppure vedilo innanzi Te cieco e barcollante.» Quindi rivolto a lui continuò: «Concedi tu che non si possono governare gli uomini senza gastighi? o hai tu veduto, o sai che vi fosse mai in ogni tempo compreso nella storia, alcuna città mantenuta in ordine e giustizia senza quelli?» Non vorrei al certo, rispose l’altro, «vivere neppure un sol giorno ove non fosse tal freno agli umani appetiti.» Or dimmi, instava quegli, come neghi tu al rettore dell’universo quel diritto che pur concedi agli Efori, ed agli Arconti anzi a chiunque pretore di villa? Il quale diritto ben riconosci derivare dalla necessità di opporsi all’impeto delle brame perniciose. Se pertanto il Nume governa