Pagina:La vita di Erostrato scoperta da Alessandro Verri, 1815.djvu/154

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ciglio, ma non è questa la mercede che io mi sono proposta ragionando con voi. Gloria immortale è la meta di ogni mio pensiero. Questa è quell’ambrosia, di cui si pasce la mente mia. Ecco queste fragili membra ricetto d’anima grande ed immortale. Queste sieno pur vittime de’ vostri giudizj rigorosi, quella ritornerà alla sua sorgente, e fra l’armonia delle sfere godrà spaziandovisi udire il suono eterno della fama.

Mentre così favellava rimaneano gli uditori percossi da maraviglia per l’audacia del suo disegno e per l’intrepidezza in sostenerlo. Balenavano gli occhi suoi più dell’usato; le ciglia irsute, le guancie ardenti, le vene turgide, il fremito di tutte le sue membra, facevano terribile il suo aspetto. Più volte i giudici sdegnati nell’udire un ragionamento così alieno da rimorsi, già stendeano la destra per imporgli il silenzio, ma li rattenne la libertà conceduta nel foro nelle difese, e molto più di se stesso.