Pagina:La vita di Erostrato scoperta da Alessandro Verri, 1815.djvu/24

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più emulo indifferente ma temuto, e specialmente nella lira, per la quale avea un senso maraviglioso. E ormai non più come discepolo si mostrava imitatore dello stile del maestro, ma incominciando a dominare le corde con un suo istinto, imprendeva uno stile ardito, grande, e insieme variato con molle dolcezza. Si compiaceva di sonare all’aere aperto nelle notti estive in luoghi solitarj, e quel silenzio padre dell’armonia gl’inspirava note felici spontanee, ed improvvise. Che se lenta allora surgesse la luna dal sereno orizzonte, sembrava che quel soave splendore empiendogli il petto di amorosa delizia la trasmettesse alle corde. Ma se qualche nube oscurasse que’ raggi, egli quasi ingombrato da nuova tristezza rendeva cupo, dolente, pietoso il suono, seguace degli impulsi di natura. Esprimeva anco all’improvviso gli amori, lo sdegno, il lutto, la giocondità, il furore, la calma secondo gli argomenti che gli fossero proposti. E però egli otteneva