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deridendo la mia angoscia placido contempli il tristo effetto della tua atrocità.» Così gemendo cadde vinto dall’affanno sulla vergine deplorata. Si affaticavano intanto i nocchieri nell’officio loro per giugnere a Lemno. Ivi sulla spiaggia erravano i genitori con ansiose pupille intente al mare. Nel quale poichè videro la nave, scesero al porto ove ella in breve approdò. Svenne Agarista quando riconobbe quant’erano sventurate le nozze. Poscia vinto dal dolore il contegno matronale, scomposte le chiome e le bende, chiamava se medesima stolta consigliera di quella spedizione, e barbara la Dea sotto gli auspicj della quale fu intrapresa. Testoride fatto immobile simulacro di angoscia tenea le pupille come di smalto fitte nella figliuola. Non il talamo, anzi il feretro la raccolse; presso il quale con fronte china, e le mani in grembo traeva i lenti passi il sospiroso genitore. Agarista con le braccia al collo