Pagina:La vita di Erostrato scoperta da Alessandro Verri, 1815.djvu/74

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dente alle nozze cinta di sua mano una fascia di porpora ed oro da lei tessuta maestrevolmente, e insieme postogli al fianco un pugnale coll’elsa gemmata, nel cui splendido acciaro era incisa tale sentenza ti renda invitto Amore. Pendevano e l’una, e l’altro quasi trofeo nuziale all’ara de’ Penati. Alla quale Erostrato nel suo trascorrere avendo rivolti gli occhi, gli s’infiammò il petto di angosciosa disperazione. E però lanciandosi a quel ferro con risoluto silenzio già l’immergeva nel cuore, se i vigili seguaci accorrendo non l’avessero impedito. Ma appena bastava la forza loro perchè il furore suo rattenuto diveniva più tremendo. Come vento chiuso freme, così egli rombava con voci inarticolate. Nè cessava con lotta vigorosa di chiedere la funesta libertà di manomettere se medesimo. In quel punto Agarista gettandogli affettuosamente le braccia sugli omeri, e declinata sul di lui petto «Come rimango, diss’ella, se tu di questa vita ne vai? Queste son