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piente; rispose: Mandali entrambi ignudi a chi non li conosce e lo imparerai — Vantavasi un tale, di ber molto e di non ubbriacarsi. Così anche il mulo, disse — Ad uno che lo accusava perchè abitasse con una cortigiana; Orsù, chiese, non v’ha alcuna differenza nel prendere una casa, in cui una volta molti hanno abitato, oppure nessuno? No, gli fu risposto. E quale nel viaggiare in una nave in cui mille già abbiano navigato, o neppur uno? Nessuna affatto. Nessuna adunque, rispose, 'nello aver commercio con donna, di cui molti abbiano usato, o nessuno — A chi lo rimproverò com’egli, discepolo di Socrate, ricevesse danaro, sì certo, disse, perocchè Socrate, quando alcuni gli mandavano e frumento e vino, ed ei presone un po’, rimandava il resto, aveva a dispensieri i principali fra gli Ateniesi, ed io Eutichide comperato a contanti — Visse anche con Laide la cortigiana, per quanto racconta Sosione nel secondo Delle successioni; onde a chi ne lo biasimava disse: Posseggo non sono posseduto, poichè ottima cosa è il comandare e non lasciarsi vincere ai piaceri, non già il non usarne — A chi gli rinfacciava la squisitezza delle vivande solea dire: Tu non vi spenderesti un tre oboli. E quegli confessandoglielo, dunque, riprendeva, non io goloso, ma tu avaro — Simo, dispensiere di Dionisio, mostravagli una volta la ricca magione e i marmorei pavimenti (era frigio; una peste!). Arislippo spurgandosi gli sputò in faccia; se ne sdegnò colui, ed esso: Io non aveva sito più accomodato — A Caronda (secondo altri a Fedone), il quale dimandò chi faceva uso di unguenti? rispose: Io disgra-