Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/175

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none, hai parlato ragionevolmente, e tu sei molto migliore di me; poichè io della nimicizia, tu dell’amicizia sei cagione. — E queste cose di lui si raccontano.

V. Vi furono poi quattro Aristippi. Quello di cui si è discorso — Secondo, quello che scrisse le storie degli Arcadi — Terzo, quello che fu educato dalla madre, figlio della figlia del primo — Quarto, quello ch’è uscito della nuova Accademia.

VI. Al filosofo cirenaico si attribuiscono questi libri: tre della istoria libica, mandati a Dionisio. — Uno contenente venticinque dialoghi, alcuni in attico, altri scritti in dialetto ionico, cioè: ArtabazoAi naufraghiAi fuggitiviAd un mendicoA LaideA PoroA Laide, sullo specchioErmiaIl sognoAd un coppiereFilomeloA’ famigliariA coloro che lo biasimavano perchè si procacciava vino vecchio e cortigianeA coloro che lo biasimavano pel suo splendido banchettare — una lettera a sua figlia AreteAd uno che si esercitava nelle pugne olimpicheUn’interrogazione — un’altra interrogazioneCria, a Dionisio — Un’altra, su di un’immagine — un’altra, sulla figlia di DionisioAd uno che si credeva disonoratoAd uno che si affaccendava a consigliare — Alcuni affermano ch’egli abbia scritto anche sei libri di esercitazioni, altri che e’ non ne scrivesse affatto; e di questo numero è Sosicrate rodio. — Al dire di Suzione, nel secondo, e di Panezio, le opere di lui sono queste: Dell’educazioneDella virtùEsortatorioArtabazoI naufraghiI fuggitivi — sei libri di esercita-