Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/296

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platone. 261

darono; quello che dal presente, il far vedere, per esempio, che le mura sono deboli, gli uomini timidi, scarse le vettovaglie; quello che dall’avvenire, che per sospetto non si debbono violare le ambascerie, acciocchè non ne sia disonorata la Grecia. Dei consigli adunque, uno si trae dal passato, uno dal presente, uno dallo avvenire.

LXXII. In due divide la voce. Animata, inanimata. Animata la voce degli animali; inanimati i suoni ed i romori. Della voce animata, una consta di lettere, una no. Consta di lettere quella degli uomini; non consta di lettere quella degli animali. Dunque una voce è animata, una inanimata.

LXXI1I. Delle cose esistenti, alcune sono divisibili, alcune indivisibili. Delle divisibili, alcune similari, alcune non similari. Le indivisibili sono quelle che non ammettono divisione, nè sono composte di cosa alcuna, come la monade, e il punto, e il suono; le divisibili quelle che sono composte di qualche cosa, come le sillabe, gli accordi, gli animali, e l’acqua e l’oro; le similari quelle che si compongono di simili, e il tutto non si differenzia dalla parte, se non nella quantità, come l’acqua e l’oro e tutto che a queste somiglia; le non similari finalmente quelle che si compongono di parti dissimili, come le case ed altre tali. Delle cose esistenti adunque, altre sono divisibili, altre indivisibili: delle divisibili, altre similari, altre non similari.

LXXIV. Delle cose esistenti alcune sono per sè, alcune si dicono in relazione con altre. Quelle che diciamo per sè sono quante, nell’elocuzione, non abbiso-