Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/359

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324 capo vi.

glio di Filetero. Il perchè a costui solo di tutti i monarchi facea riverenza. — Corteggiando molti Antigono, quando si recavano ad incontrarlo, egli non si movea, non volendo primo venire a sua conoscenza. — Era singolarmente amico di Ierocle, che teneva Munichia e il Pireo, e sempre alle feste scendeva da lui. Ora sebbene anch’esso lo eccitasse molte volte a far riverenza ad Antigono, mai non acconsentì, e andando sino alle sue porte, tornava indietro. — Dopo la battaglia navale di Antigono, molti recandosi a visitarlo e scrivendo lettere di consolazione, egli si tacque, e parimente creato per la patria ambasciatore a Demetriade presso Antigono, non vi andò.

XV. Generalmente facea dimora nell’Accademia lontano dai pubblici negozii. Tuttavolta però anche talora in Atene nel Pireo s’intratteneva, per la sua dimestichezza con Ierocle, a parlare di ciò che gli veniva proposto. Della qual cosa taluni lo accusavano.

XVI. Benchè più che magnifico — e che altro e’ si potea chiamare che un nuovo Aristippo? — era tuttavia, a petto de’ pari suoi, avverso al banchettare. — Avea seco scopertamente in casa Teodota e Fileta cortigiane da Elide, ed a chi ne lo biasimava citava le sentenze di Aristippo. Amava anche i fanciulli, ed era proclive all’amore. Il perchè Aristone da Chio, lo stoico, peste dei giovani chiamavalo, e parlatore osceno e temerario. Imperocchè narrasi che molto avesse amato e Demetrio , quello che navigò in Cirene, e Cleocare mirleano, in proposito del quale diceva a suoi compa-