Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/388

Da Wikisource.

annotazioni. 352

lumque Ionis expressit. — Ione è un dialogo di Platone in cui molto si parla di Omero. Laerzio, dice il Menagio, allude egli a questo dialogo, o, secondo la sentenza di P. Petit, a Ione poeta tragico e lirico? — Ione chio fu pur filosofo e lasciò libri sulle meteore. Così il Kuehnio, cui assente l’Huebnero.

XI. Alcuno non piglierà costui pel tallone?[testo greco], l’osso, del piede che si congiugne colla gamba. — [testo greco], gli aliossi, cui quali giuocano i fanciulli. Dicevansi astragali anche certi ossi infilzati in una fune, per uso di tormento. — Il Casaubuono intende giuoco di dadi, Borbeck traduce: alcuno non piglierà costui pel collo.

Fuor quando ha l’uovo. — [testo greco], cum partus adfuerit. [testo greco] significa usura e portato, parto.

     Han li venti virtù d’ingravidare
     Gli augelletti d’avanti che sia il tempo
     Da natura prefisso di lor parto.

Plutarco delle disp. conv. lib. VII, l. trad. dell’Adriani.

XIII. Si recava al banco de’ cambiatori. — [testo greco]. — Dice Is. Casaubono che qui si tocca di un uso nè da lui nè da altri osservato altrove, non ricordandosi di aver letto ne’ greci scrittori che [testo greco], od [testo greco], e [testo greco], che si facevano nelle processioni. Un solenne erudito afferma che appunto [testo greco], e [testo greco] chiamavano i Greci la mostra di vasi d’oro e d’argento che si portano, nelle processioni, ma che[testo greco] e [testo greco] essendo l’argento e l’oro coniato, [testo greco] ed [testo greco] era la mostra delle monete d’oro e d’argento esposte sul banco de’ cambiatori. — Salmazio de’ Trapez. Foenore. — Interpretando il passo a