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capo iii, stratone | 389 |
animali incerti — Degli animali favolosi — Delle cagioni — Soluzione di dubbi — Proemi di topici — Dell’accidente — Della definizione. — Del più e del meno — Dell’ingiusto — Dell’anteriore e del posteriore — Della prima stirpe — Del proprio — Del futuro — Di invenzioni, due elenchi — Commentari, si dubita — Lettere, il cui principio è: Stratone ad Arsinoe salute.
V. Narrano ch’e’ fu gracile al punto da morire senza accorgersi. Ed è nostro l’epigramma sopra di lui che dice così:
Er’uom, se m’odi, estenuato il corpo
Dagli unguenti; Straton, dicoti, questo
Cui generava Lampsaco una volta;
Però co’ morbi combattendo ognora
Muore senza saperlo, e neppur sente.
VI. Furono otto Stratoni: Primo un uditore di Isocrate. — Secondo quest’esso. — Terzo, un medico, discepolo, o secondo alcuni, creato di Erasistrato. — Quarto, l’istorico che scrisse i fatti di Filippo e di Perseo, i quali combatterono contro i Romani. — Sesto, un poeta epigrammatico. — Settimo, un antico medico, di cui parla Aristotele. — Ottavo, un peripatetico, vissuto in Alessandria.
VII. Di questo fisico va in giro anche il testamento, ch’è di tal maniera: „Queste cose dispongo se alcun che dovesse accadermi: Ciò ch’è in casa lascio tutto a Lampirione e ad Arcesilao. — Co’ miei danari che sono in Atene,