Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/472

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dimenticato da Laerzio, e che al dire di Coray non è altro che un epitome della grand’opera di Aristotele sullo stesso argomento, tradotti con bel garbo in volgare da Spiridione Blandi, unitamente a questa stessa fila di Diogene. Corre sotto il nome di Eraclide anche un’altro trattato dalle allegorie omeriche, il quale non è suo.

VI. Avendo egli allevato un serpente. — „Eraclide aveva nodrito e addomesticato un serpente, e lo teneva seco mangiando e dormendo. Questo solo si trovò sul letto non rinvenendosi Eraclide che pure si era corcato sano. Altri tennero ch’e’ fosse divenuto immortale; altri che si fosse gettato in qualche pozzo.“ — Suida.