Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/72

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CAPO V.


Biante.


I. Biante di Teutamo prienese fu da Satiro preferito agli altri sette. Alcuni lo fanno ricco. Duri afferma che fosse straniero. Racconta Fanodico che avendo egli riscattato alcune donzelle messenie prigioniere di guerra, le allevò come figlie, le dotò inoltre e le mandò ai suoi parenti in Messene; che qualche tempo dopo in Atene, come si è toccato di sopra, rinvenuto da pescatori il tripode di bronzo, con sopravi lo scritto: al sapiente, comparse, secondo Satiro, le donzelle — secondo altri, come Fanodico, il padre di quelle — nell’adunanza, il sapiente dissero essere Biante, raccontando ciò che ad esse era avvenuto; che il tripode gli fu mandato, ma che vedutolo Biante dichiarò che il sapiente era Apollo e non volle accettarlo.

II. Altri dicono ch’e’ lo dedicasse in Tebe ad Ercole, poichè discendeva da coloni tebani spediti a Priene; ciò afferma anche Fanodico. Si racconta che Biante, sendo Priene assediata da Aliatte, ingrassati due muli, li spinse fuori agli accampamenti; che Aliatte veggendoli, fu colpito da maraviglia, come sino agli animali si estendesse lo stato prospero di quella, e consigliatosi di far tregua, spedì un messaggiero; che Biante coprì alcuni