Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/90

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capo ix misone 61

II. Fa menzione di lui anche Ipponatte, dicendo: E Misone, cui Apollo proclamò il più sapiente di tutti gli uomini. Aristosseno poi nelle Varie Istorie scrive, che non era lontano dai costumi di Timone e di Apamante, perchè odiava gli uomini. Certo è ch’ei fu veduto a Lacedemone rider solo, in un luogo solitario; e ad un tale che lo sorprese all’improvviso e lo interrogò, perchè senza che alcuno fosse presente ridesse, rispose: Per ciò stesso — Narra Aristosseno che non fu riputato anche per questo motivo, che non era di una città ma di un borgo, e di un oscuro borgo; ond’è che per la mancanza di riputazione le cose sue da alcuni si attribuivano a Pisistrato il tiranno, dal filosofo Platone in fuori, il quale fa menzione di lui e nel Protagora lo pone invece di Periandro.

III. Era solito ripetere, non doversi nelle parole ricercare le cose, ma nelle cose le parole; poichè le cose non si conducono a fine per mezzo delle parole, ma sì le parole per mezzo delle cose.

IV. Finiva la vita di novanta sett’anni.