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Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/157

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CAPO III.


Erillo.


I. Erillo, il cartaginese, disse fine la scienza, che è vivere riferendo tutto al vivere secondo la scienza e non mai passando all’ignoranza; ed essere la scienza un abito nelle fantasie, ed accogliere le sommesse alla ragione. Talvolta diceva nulla esser fine, ma le circostanze e le cose mutarlo, come lo stesso metallo che diviene o la statua d’Alessandro o di Socrate; e differire fine, e fine subietto; poichè a questo mirano anche i non sapienti, a quello il solo sapiente; ed essere indifferenti le cose che sono di mezzo tra la virtù ed il vizio.

II. I suoi libri, per vero, sono brevi, ma pieni di forza e contenenti rifutazioni contro Zenone.

III. È fama che essendo fanciullo e’ fosse amato da molti, da’ quali volendolo storce Zenone, sforzò Erillo a fondersi, ed essi furono distolti.

IV. I suoi libri sono questi: Dell’esercizioDelle passioniDell’opinioneIl legislatoreL’ostetricoIl maestro contradicenteIl preparanteIl dirigenteMercurioMedeaDialoghiTesi morali.