Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/185

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168 annotazioni

XXXVI. Differiscono fantasia e fantasmi. — La distinzione di [testo greco] e [testo greco] non risguarda in realtà che la [testo greco], essendo l’idea della prima presa in un senso al tutto generale, e inchiedendo quella di [testo greco]. Anche l’[testo greco] è chiamato un [testo greco]; ma per ciò che si disse è anche una [testo greco].

Parte principale dell’anima. — Gli Stoici, riconducevano ad una forza generale i fenomeni psicologici, poichè ammettevano nell’animo una forza signoreggiante, dominante ([testo greco]), che si doveva considerare come la sorgente di tutte le facoltà dell’anima. Essi, dice Ritter, sono forzati naturalmente ad ammettere una facoltà di tal natura, da che si studiano conservare l’unità dell’anima. Il perchè Crisippo considerava la forza dominante dell’anima siccome una cosa sola coll’Io. Ella è, secondo la definizione degli Stoici, ciò che domina sulla sensazione e sull’istinto, cioè; sulla sensazione come sorgente della conoscenza, e sull’istinto come sorgente del desiderio e dell’azione. Egli è per ciò che anche riguardavano questo principio dominante nell’anima come l’intendimento ([testo greco]), come il principio della parola, d’ogni pensiero ed ogni senso nel discorso, al pari che di ogni risoluzione.

Alcune s’intendono per incidenza, alcune per similitudine ec. — „Cercando di mostrare che le loro dottrine erano d’accordo colla maniera di vedere naturale e ordinaria, si provarono gli Stoici di stabilire che tutte le idee che non ci vengono immediatamente dall’impressione sensibile non sono formate da noi che a mezzo di una trasformazione delle rappresentazioni sensibili. Poichè, dicono, tutti i nostri pensieri risultano, o da ciò che noi gli incontriamo, o da ciò che noi, partendo da rappresentazioni che cosi abbiamo incontrate, ci eleviamo ad altre. E indicano molte maniere di passare per tal modo da rappresentazioni imme-