Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/187

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170 annotazioni

XLIV. Dizione significante due cose. — [testo greco], così come sta, significa, La suonatrice di flauto è caduta: diviso, in questo modo, [testo greco], il palazzo, l’aula, la sala è caduta tre volte.

XLIX. Il coperto è di siffatta maniera. — Onesto esempio essendo di sorite, non di [testo greco], indica mutilo il luogo. Tutti sanno che cosa è sorite; vediamo un esempio dell’altro: Conosci tu il padre tuo?Lo conosco. Conosci tu questo che è coperto da un lenzuolo?Nol conosco. Dunque non conosci tuo padre.

L’impersonale che ha forza congiuntiva. — [testo greco], nessuno. Argomento impersonale, o cavillo preso da Omero, la cui storia di Polifemo non è chi ignori. Se alcuno brama saperne da vantaggio, legga il passo del Cujacio riferito da E. Menagio. — Gli argomenti impersonali sono quelli che non indicano nessuno.

L. Solo il sapiente dialettico. — Gli Stoici prendendo a modello Aristotele, cercarono fondare la scienza per mezzo del ragionamento. ([testo greco]).

Poichè che s’abbia a dire in logica e circa le opere ec. [testo greco]... [testo greco]. Quid dicere oportet de rectitudine nominum, quo pacto statuerunt leges in operibus non possum dicere. Ambr. — Nam et quid dicere oporteal et de recto nominum ratione loqui pertinet ad disserendi rationem; quid vero de rebus ipsis leges constituennt, non habere eam quid dicere possit. Aldobrand. — Veggansi le note dello Stefano, del Küehnio e del Casaubuono, dopo le quali l’Huebnero conchiude: Locus insanabilis sine codicibus melioribus.

LI. La parte morale. — La morale degli Stoici è strettamente unita colla loro fisica. Lo che fece dire a Crisippo, non potersi trovare la cagione, l’origine della giustizia che in Giove e nella natura universale, e che quegli