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il verno, non la state; d’autunno e di primavera più lievi, ma gravi in tutte le stagioni e alla salute non buone. Anzi interrogato un giorno se qualche volta vi si poteva accostare, rispose: Quando vuoi far te stesso più fiacco.

VII. Divide in questo modo la vita dell’uomo: Il fanciullo vent’anni; il giovinetto venti; il giovine venti; il vecchio venti. Le età colle stagioni commisurate così: Fanciullo, primavera: giovinetto, estate; giovine autunno; vecchio, inverno. Il giovinetto è per lui giovine, il giovine uomo.

VIII. Primo, come afferma Timeo, disse le cose degli amici esser comuni, e l’amicizia un’equalità. E i suoi discepoli ponevano le sostanze in comune; e per cinque anni stavano in silenzio ascoltando ragionamenti, e non vedevano mai Pitagora finchè non fossero provati. Dopo diventavano di casa e partecipavano del suo cospetto. Non osavano bare di cipresso, come narra Ermippo, nel secondo Di Pitagora, per essere fatto di questo legno lo scettro di Giove.

IX. Raccontasi ch’egli era di sì venerando aspetto che i suoi discepoli avevano opinione ch’e’ fosse Apollo venuto dagli Iperborei; e narrano che una volta spogliandosi mostrò una coscia d’oro; e v’erano molti che affermavano che attraversando il fiume Nesso, da lui era stato chiamato.

X. Secondo Timeo, nel decimo Delle storie, egli disse, quelle che abitano cogli uomini, vergini, ninfe, aver nomi di dee, poscia chiamarsi madri.

XI. Egli aveva ben oltre condotta la geometria, es-