Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/220

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pitagora. 201

— Non doversi mangiare gallo bianco, perchè sacro al Mese e supplice; ed essere tra le cose buone; e sacro al Mese per lo indicare l’ora. — Astenersi da qualunque pesce sacro, poichè le stesse cose non sono ordinate per gli dei e per gli uomini, siccome nè pure pei liberi e per gli schiavi. — Il bianco della natura del bene, e il nero del male. — Non doversi dividere il pane, poichè gli amici antichi convenivano insieme, siccome ancora i barbari de’ nostri giorni, nè s’ha a dividere ciò che quelli assembrava. Altri riferisce questo ai giudizj dell’altro mondo; altri al far timore in guerra; altri perchè da questo ebbe principio l’universo. — E delle figure solide più bella essere la sfera, delle piane il circolo. — La vecchiezza e tutto che diminuisce, simili; stessa cosa, l’accrescimento e la gioventù. — Salute il continuo durare della forma; malattia il guastarsi di questa. — Circa i sali, doversi porre sulle mense per commemorazione della giustizia; poichè i sali conservano tutto ciò che li riceve, e sono prodotti da acque purissime e dal mare. — Sì fatte cose afferma di aver trovato Alessandro ne’ Commentarj pitagorici, le aggiunte a queste, Aristotele.

XX. La gravità di Pitagora, quantunque per morderlo, non dimenticò, ne’ Silli, anche Timone, dicendo così:

                      — Pitagora
     Affezionalo alle dottrine magiche,
     Parlator grave per far caccia d'uomini.