Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/365

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dimenti. Egli era savio abbastanza per vedere che il godimento verace non consiste ne’ godimenti corporei, ma in quelli dell’anima. Pare ei non cercava la misura del bene e del male che in ciò che diletta ed attrista l’anima. Accortosi poi che i piaceri dell’anima possono anch’essi alterare la felicità, pose fine della saggezza la moderazione; lo che esprimeva coll’idea dell’eguaglianza dell’animo o dell’indifferenza. — L’uomo vivrà tanto più convenevolmente quanto meno farà consistere il suo godimento nelle cose caduche. — La scienza è per sè sola una sorgente di godimenti. — Le immagini, che emanano dalle cose, al modo istesso che riempiono l’anima nostra di rappresentazioni, imprimono in essa i desiderj, l’invidia ed il male; per lo che l’uomo acquista meno per la sua educazione morale, che per ciò che gli viene dalle immagini delle cose.“ — Ritter.


CAPO VIII.


Protagora.


II. Fu uditore di Democrito. — Ciò non istà colla cronologia; e pare al Ritter che sia favola la tradizione che lo dice allevato dai Magi di Serse.

III. Esservi per tutte le cose due ragionamenti opposti. — Cioè che in tutte le cose contrarj possono essere affermati, sino a contrastare la possibilità di disputare pro e contro. — Con Protagora nacque la sofistica.

L’uomo misura di tutte le cose ec. — „La dottrina di Protagora ha per iscopo di negare che qualche cosa di obbiettivo possa essere rappresentato nel nostro pensiero, e per conseguenza di convertire ogni pensiero in una semplice apparenza, onde d’arte di produrre l’apparenza col discorso acquisti la più gran latitudine. — Ammetteva che