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Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/449

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422 annotazioni.

alienasse l’animo di Metrodoro. Questo senso, secondo Bayle, urta da prima i lettori, ma è perfettamente d’accordo col pensiero di Diogene; e quando si ridette alle bizzarie del cuore umano, non sembra improbabile trovarsi persone che sieno ributtate, importunate, stancate dall’eccessiva bontà del loro benefattore. Se ciò ha inteso Diogene, il discorso corre. Pare ad altri più naturale che Metrodoro non lasciasse il maestro che per le molte cortesie di Carneade, ec. Ma forse, conchiude il sommo critico, ciò non è quello che ha voluto affermare Diogene, poichè questi non ha guari più esattezza nei suoi ragionamenti che ne’ suoi racconti.

L’orlo che avea comperato ottanta mine. — Ottanta mine equivalgono all’incirca a 7200 delle nostre lire. I suoi discepoli durarono anco dopo la morte di Epicuro nell’unione la più perfetta.

VI. Il loro modo di vivere frugalissimo. — „Forestiero, rimani con noi: il custode del loco è ospitale ed umano: li amministrerà polenta e acqua: qui si estingue la fame, non si irrita, e la sete si smorza, non si fa maggiore beendo; in questa voluttà s’invecchia.“ Così, al dire di Seneca, era scritto sulla porta dell’orticello di Epicuro.

VIII. Usava dizione propria. — Sebbene, dice Ritter, affettasse disprezzare ogni ornamento di stile, il suo discorso non è esente da un falso splendore, e manca di trasparenza placida e chiara, siccome la connessione intricata de’ suoi pensieri mostra deficienza di logica.

Invece di godere ec.[testo greco], ubi celeri scribebant Gaudere, ipse Bene agere et Honeste vivere praeclarum est. Huebn. — Pro Saivere, Recte agere atque e virtute vivere optimum adscribebat. Aldobr. — Diogeue nella vita di Platone aveva detto che questo filosofo scriveva nelle sue lettere [testo greco], Epicuro [testo greco], lo che afferma anche Suida. Menagio quindi vorrebbe che si