Pagina:Landi - Vita di Esopo, 1805.djvu/105

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morte della mia amata moglie: la quale poco dinanzi me misero, e sconsolato ha in questo Mondo lasciato solo; e parmi, che il lagrimare allegerisca alquanto il mio dolore. Ed ella così rispose: oimè fratello, che queste mie calde lagrime a me sono come una consolazione, ed un dolce sfogamento della mia acerba passione. Egli allora disse: Sorella mia, poichè la sorte d’ambedue ci ha posto in istato pari, e simile, e nelle miserie ci ha uguagliati, ed avendoci quì congiunti a lagrimare per grato isfogamento nel nostro acerbo infortunio; pare ancora che la bontà sua ci mostri un dolce rimedio di levarci in tutto e per tutto il grave, e l’amaro della nostra afflizione; e questo, che se ti piacesse accettarmi nel luogo del tuo desiderato marito, io per dolce moglie ti accetterò volentieri, ed amarotti non manco cordialmente, che la mia passata bella consorte amai, ed in questo modo ambedue contra questo nostro batticuore, e così fattamente fortificaremoci, mediante il nostro soave, e dolce amore, che nulla sentiremo di cotesta malinconia. Parve alla donna, che le parlasse bene, e con ragione il caso loro discorresse, e perciò ella a lui rispose così: Veramente, o caro giovane, tu molto ti assomigli a quello buon marito, e nel ragionare, e nella voce, e nella statura, e disposizione del corpo, così ben sei appannato, e sodo, e credo certo, che Iddio ti abbia quì mandato, acciocchè, facciamo quello, che proposto mi hai e però non potrei, se non alla tua proposta acconsentire. Con detto abbracciandosi insieme molte volte, e quivi sul monumento del morto si congiunsero più d’una fiata in stretto modo di maritale amore. Avvenne, che mentre i nuovi sposi con molta dolcezza si ama-