Pagina:Landi - Vita di Esopo, 1805.djvu/115

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giovani pigliò un pezzo di carne, e lo diede all’altro. Voltandosi il cuoco, chiese da loro la parte della carne, che li mancava. Quello, che l’aveva rubato, giurava di non averla; e l’altro, che l’aveva, giurava di non averla tolta. Il cuoco intesa la loro astuzia, disse: Se a me è nascosto il furto, non sarà nascosto a quello, per il quale avete giurato.

Sentenza della favola.

Questa favola dinota, che se noi nasconderemo i nostri peccati agli uomini, non li potremo nascondere a Dio, il quale solo vede ogni cosa.


Di due Amici ed un Orso. 7.


D

ue Amici andando insieme per viaggio si incontrarono in un Orso, ed uno di quelli sbigottito montò sopra un albero, e l’altro non vedendosi pari a combattere con l’Orso, cascando in terra, finse esser morto. Venuto l’Orso, odorava l’orecchie, e ’l naso di quei che giaceva in terra, e quello teneva il fiato per non respirare, e pensando che ei fosse morto, andò via, perchè dicono, che l’Orso non tocca mai corpi morti. L’altro ch’era nascosto tra le frondi dell’albero, venendo a basso, dimandò all’amico, che cosa gli aveva detto l’Orso nelle orecchie. Rispose egli: Mi ha ammonito, che da questo tempo in poi, mai più non faccia viaggio con li amici, come sei tu.