Pagina:Landi - Vita di Esopo, 1805.djvu/123

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F A V O L E 109

va la verità e tenendo in mano un Passaro sotto il mantello, dimandò, ciò ch’egli aveva in mano era vivo, o morto, avendo in animo se morto rispondeva, di lasciare il Passaro vivo, e se rispondeva vivo, subito ammazzarlo sotto il mantello, avanti, che lo cacciasse fuori. Ma il Dio intendendo l’astuzia ascosa di quell’Uomo, rispose: O tu, che mi domandi consiglio, quel, che vuoi fare fa, perchè è in tua potestà, e caccia fuori, ciò che hai in mano, o vivo, o morto, come piace a te.

Sentenza della favola.

Per questa favola noi impariamo, che a Dio niuna cosa è ascosa, e che nè anco esso si può gabbare.


Di un Pescatore, ed un Pesce piccolo. 20.


U

n pescatore avendo messo in Mare le reti, prese un Pesce piccolo, il quale lo pregava lasciarlo andare, e crescere acciocchè con maggior comodità lo potesse godere un’altra volta. Il Pescatore rispose: Io pazzo sarei, se avendo il guadagno in mano, benchè picciolo, lo lasciassi andare con speranza del bene, che ha da venire, quantunque grande.

Sentenza della favola.

Questa favola c’insegna che è pazzo colui, che per speranza di maggior guadagno lascia andare ciò che ha in mano, benchè sia piccolo.


Di un Uomo morsicato da un Cane. 21.


E

ssendo morsicato un Uomo da un Cane, andava dimandando a tutti, che gl’insegnassero qualche medicina. Trovò uno, che vedendo la qualità del male, gli disse: