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ni da bene resistono; ed estimano assai che cerchino vendicarsi di loro, e dobbiamo imitare i cavalli, che quando i cagnoli loro abbajano, gli disprezzano.


Del Sorcio domestico, ed il salvatico. 114.


I

l Sorcio domestico andò a sollazzo in Villa, ed il Sorcio rustico l’invitò, gli fece una cena, ponendole dinanzi ciò che aveva riposto l’inverno, cosicchè gli fece onore. Il Sorcio domestico spreggiando quella povertà della Villa, lodava l’abbondanza della Città. Tornando menò seco il rustico, acciocchè quella cosa, che diceva glie la facesse veder con effetto, e gli fece un bel pasto, e stando loro a mangiare, udendo la chiave della serratura, ebbero paura, e fuggirono. Il rustico non essendo consueto a questo, appena si potè nascondere. Partito, che fu il Servidore, tornò il domestico a tavola, e chiamava il rustico, il quale per timore spasimava, e disse al domestico, se questo pericolo era spesso; ed esso rispon-