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256 D I   E S O P O

Di un Villano, ed un Poeta. 306.


U

n Villano andò da un Poeta, perchè lavorasse i suoi campi, e trovandolo con i Libri, gli disse: Come può essere, che tu stai sempre solo? a cui il Poeta rispose: Io son solo ora, che tu sei venuto quà.

Sentenza della favola.

La favola significa, che un uomo letterato è solo, quando sta frà gl’ignoranti.


Di un Padre, ed un Figliuolo. 307.


I

l Padre esortava il Figliuolo, che attendesse agli studi, e lasciasse i vizj, e cercava persuadergli la bellezza della virtù, e la bruttezza de’ vizj. Il figliuolo rispose: Taci di grazia Padre mio, perchè avendo sentito molti Predicatori, che mi esortavano alla virtù, non gli ho voluto credere, manco voglio credere a te, che non sei Predicatore.

Sentenza della favola.

La favola significa, che gli uomini di cattiva natura, rarissime volte si possono levar da’ vizj per alcuna esortazione.


Di un Pastore, ed un Cane. 308.


U

n Pastore aveva dato in guardia i suoi bestiami a un Cane, il quale teneva in casa, ed acciocchè si portasse bene, lo nudriva ottimamente, dandogli bene da mangiare, ed esso ogni giorno gli ammazzava qualche Pecora, e la divorava. Il che conoscendo il Padrone lo prese, e volendolo ammazzare, gli disse: Deh Padrone non mi ammazzare, perchè io sono tuo famigliare. Il Padrone disse: Tanto più ti voglio ammazzare, perchè essendo tu mio famiglia-