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feso, poco gli vale se si penta colui, che l’ha offeso, perchè l’ingiuria è già fatta.


Del Leone, e del Cervo. 350.


A

l Leone l’era morta la Moglie, e tutti gli animali con lui si dolsero, eccetto il Cervo, che non si sciolse, perchè gli aveva ammazzati i suoi figliuoli. Il che vedendo il Leone, chiamò il Cervo, e gli disse, perchè non s’era condoluto anche egli della morte della Regina. Il Cervo rispose: Noi dobbiamo rallegrarci della morte di vostra Moglie, perchè mi ha detto in sogno, che i Dei l’hanno mandata nei Campi Elisi dove è perpetuo godere, e felicità, e che si duole essere stata così lungo tempo in questa vita. Il Leone lo credè, e perdonò il Cervo.

Sentenza della favola.

La favola significa, che, l’uomo savio deve seguire, ogni escusazione, per levarsi dal furore del Tiranno.


Del Cane, e l’Asino. 351.


V

edendosi il Cane non esser pari al Lupo, determinò trovarsi un compagno, che lo ajutasse, e vedendo l’Asino che portava il basto grande, gli pareva che quello fosse un’armatura assai buona, e vedendo, ch’egli aveva gran voce, lo credette, che fosse molto valente. Onde togliendolo per compagno, andò insieme con lui ad affrontare il Lupo. L’Asino veduto il Lupo, subito fuggì, e lasciò il Cane solo.

Sentenza della favola.

La favola significa, che non dobbiamo giudicar la virtù d’un uomo dalla grandezza delle parole, nè del corpo.