Pagina:Landi - Vita di Esopo, 1805.djvu/44

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ond’ella alle sue, come legitime, e proprie figliuole dona miglior nutrimento, ed alle da te piantate, e seminate, come aliene, e bastarde, non dà così buono, e nutritivo alimento. Quindi avviene, che più tosto crescono l’erbe, che naturalmente per se stessa la terra produce, che quelle le quali tu vai seminando, e piantando. Piacque questa resoluzione all’ortolano, e molto gli entrò nel capo, e ringraziando Esopo, perchè l’avesse liberato da un gran nuovolo, che già molto tempo gli aveva la mente, ed il cervello tenuto ansia, ed intronato, disse: Or va portati l’erbe in dono: e non solamente queste, ma di quanto nell’orto tengo ogni volta, che bisogno te ne sia, vientene, e pigliane sicuramente quante ti piace, senza alcun pagamento, non altrimenti, come se il giardino fosse tuo proprio, e particolare. Esopo accettata la offerta dell’ortolano, col suo Padrone ritornossene a casa.


C A P I T O L O   XX.

Dopo alcuni giorni Xanto volendo stufarsi trovò per caso alcuni amici suoi nella stufa, i quali, avendoli egli invitati a far colazione, l’invito volentieri accettarono. Il filosofo chiamato Esopo per avvisarlo di quanto egli aveva a fare, comandolli, che cocesse la lente. Egli secondo il comandamento del Padrone itosene a casa tolse un solo grano di lente, e quel solo pose a cuocere in una gran pignata d’acque tutta piena. Ritornato poi Xanto a casa con quei suoi convitati, trovato Esopo dissegli in questo modo: Or che noi, Esopo, dall’acqua del bagno dacci a bere. Volle