Pagina:Landi - Vita di Esopo, 1805.djvu/66

Da Wikisource.
52 V I T A

che oggi, quando a far l’effetto vi troverete insieme, tu mostri temer punto, anzi voglio, che tu sii allegro, senza in niun’atto smarrirti, e siccome ubbriaco jeri patteggiasti di sorbire il Mare, così voglio ora, che arditamente dichi. Venga la mensa, pongasi la tovaglia, rechensi i bicchieri, o tazze, e mostrinsi i coppieri, che l’acqua marina mi porghino; e quando tu vedrai già quivi molto popolo esser radunato a vedere tanto spettacolo, e già esser ogni cosa apparecchiata, allora tu, commodamente assettato, e comanda, che s’incominci a dar da bere; finalmente, avendo tu in mano il tazzone pieno, voglio, che a`d alta voce tu dichi, sì che ogn’uno ti senta, queste parole, volgendoti prima a colui, che tiene i pegni. Dimmi, che patti abbiamo fra noi? egli senza dubbio risponderà, aver patteggiato di bere tutta l’acqua del Mare. Allora voltati al popolo, e dì così: Gentil’uomini Samj, o voi altri uomini da bene, voi sapete, che nel Mare molti, e molti gran fiumi continuamente corrono, io solamente ho promesso di bere l’acqua del Mare, ma non già l’acqua de’ fiumi, che nel continuo entrano in esso, per tanto è cosa giusta, e convenevole, che cotesto scolare, con cui sonomi in questo modo convenuto, prima i fiumi, che vanno nel Mare divertisca, o fermi, e poi subitamente beverò quant’acqua il Mare contiene. Piacque a Xanto il partito e parvegli un sottilissimo, ed astuto rimedio, il quale era un ragiro a sciogliere i patti, ovvero, che colui accettasse un’impresa, come la sua impossibile; onde spogliatosi d’ogni anzioso affanno, che ’l cuore gli premeva, riempissi tutto di giojosa allegrezza. Or essendo a quel maraviglioso spettacolo, il popolo convenuto. Xan-