Pagina:Lando - Paradossi, (1544).djvu/13

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CHE MIGLIOR

SIA LA POVERTA CHE

LA RICHEZZA·

PARADOSSO PRIMO.


HH

Ò LONGamente creduto ch'ognuno volentieri confessasse esser senza dubio da preferir la poverta, alla ricchezza, ma poi che si grandimenti ingannato mi ritrovo, et vego molti in ogni luogo dubitarne sono forzato dal molto amor che alla verita portato ho sempre, di scrivere, quanto circa cio n'intenda, dico adunque che qualunque ne dubita, et non sa che gli huomini virtuosi fossero sempre poveri, riducasi alla memoria la vita di Valerio Publicola, di Menenio Agrippa, et del giustissimo Aristide, liquali per la molta poverta furono morendo del publico sepeliti, ramentisi anchora la vita di Epaminunda Thebano, nelle cui stanze solo un stidione doppo tante vittorie et doppo tante spoglie ritrovossi, ricordisi di Paulo Emilio, di Attilio Regulo, di Qu. Cincinato, di Curio, di Fabritio, di Cato Elio et di


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