te de molti che fanno querela dell'esser servidori?
à me certo pare che a'padroni più giustamente
toccarebbe il querelarsi, percio che i servidori con
la liberta perdino anchora gli affanni, manchigli
la cura, et e pensieri del nudrirsi à piu caristiosi
tempi, et del difendersi dalle superchiarie che
sopravenir possono, essendo per la servitu che fanno, posti
in protettione dell'amorevol padrone, dal quale
sono aiutati, difesi, et guardati come la pupilla
de gli occhi, benche essi troppo ignoranti,
non conoschino si giovevole et util danno (se pur
danno chiamar lo vogliono) Dicammi un poco
questi tali, non e più grave il peso de fi fatti pensieri
che di servire gli huomini lo piu delle volte
ragionevoli, et discreti? ahi quanto maggior dolore
haver dovrebbono della servitù che fanno a'
gli affetti et strani appetiti loro. Furono gia in
servitu molte famose persone, le quali non si
lamentarno pero mai di tal conditione, il che non d'altronde
procedeva se non perche non erano d'ingegno
basso, et servile. Platone fu servo et anche fu sempre
molto maggior di colui che per servo lo comprò,
Terentio fu servo, et scrisse però utilissime
comedie con stil si puro et elegante, che molti si
credettero fussero state da G. Celio scritte, ma dio
volesse che con tanta prestezza adempir si potesse
l'uffitio del giusto Re, come si adempie quello del
buon servidore, non essendo al mondo cosa piu
difficile che dirittamente signoreggiare. Non tro/