Pagina:Lando - Paradossi, (1544).djvu/60

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IL PRIMO LIBRO

quanti vantaggi n'ho riportato, altri di me si rideva, et io lor tacitamente uccellava et godendo de privilegi pazzeschi sedeva, quando altrui, che ben forbito si teneva, stavasi ritto, coprivami, quando altri stava à capo ignudo, et saporitamente dormiva, quando altrui non senza gran molestia vegliava. Considero alle volte che l'inventore delle carte fusse huomo piu di quel che si stima ingegnoso, poi che non solo fa che le virtu, giustitia, temperantia, fortezza, danari, bastoni, et simili cose giostrino et insieme chi di lor piu si vaglia contendono, l'un vincendo, et rimanendo vinto, ma fatto ha di piu, che l pazzzo habbi in cotal giuoco honoratissimo luogo, hebbe costui, ne si po negare giudicio perfetto et forse che anch'esso vidde quel che vego io, cioe non esser al mondo persone piu legate et serve, di chi si persuade et appetisce d'haver luogo fra quelli che son tenuti savi, tanti sono e riguardi, tanti e rispetti, et le avertenze che di haver, lor bisogna, de quali, il pazzo non si cura punto stassi egli sempre gioioso, et spensierato, non si riposa nella prudenza, non rifugge alla fraude, pon ha ricorso all'astutia, non non si confida nell'altrui favore, ne anche cio accaderebbe in alcun tempo, havendo di lui lddio cura et protettione. lo non dubito, che molti de nostri moderni Catoni meco non si adirino, perche tanto inalzi la pazzia de quali vorrei sapere se letto hanno mai