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La forma universal di questo nodo
     Credo ch’io vidi, perchè più di largo,
     Dicendo questo, mi sento ch’io godo (Par. XXXIII).


Capitolo III.


Dante distingue le creature in modo simile a questo di Brunetto:

Nè pur le creature che son fuore
     D’intelligenza...1
     Ma quelle ch’ànno intelletto ed amore (Par. I).
     Quanto per mente e per occhio si gira (Par. X).


cioè il mondo delle idee e il mondo reale.

Ciò che non muore, e ciò che può morire (Par. XIII).

Il traduttore fa l’astrologia, da Brunetto chiamata nel Tesoretto storlomia, sinonimo di astronomia, come per etimologia dovrebbe essere. Ma nè dell’astrologia propriamente detta, quantunque fosse allora comune, e creduta perfino da quegli sciaurati che non credevano in Dio, nè dell’alchimia Brunetto ragiona, forse perchè scienze parziali, che in tal qual modo facevano parte da sè. Dall’Allighieri fu condannato all’inferno



  1. Fuore d’intelligenza, cioè senza intelligenza, ricorda il fors (hors) che nel medesimo senso è in ogni pagina del Tesoro.