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precisa ricerca dell’altezza del cielo, ricordando per avventura il faceto racconto del Novellino, col quale dal volgo si beffano tali ricerche (Nov. XXIX), colla conclusione dei savi di Parigi: «Matto è colui, che è sì ardito, che la mente mette di fuor del tondo!» Altre novelle ciò pure proverbiano. Ricordiamo quella di Franco Sacchetti, nella quale il mugnajo diviene abbate appunto per questa scoperta.

La grandezza e l’altezza del cielo, i sette pianeti, l’influenza delle stelle sul calore, sui venti, sulle meteore, sono errori e pregiudizii dell’epoca, dei quali non dobbiamo ghignare, se non vogliamo accaparrare il ghigno dei nostri nepoti sui nostri. Ebbe questi ed altri pregiudizii ed errori anche Dante.


Capitolo IV.


Con ammirabile rettitudine Brunetto insegna, che prima dobbiamo imparare a governar noi stessi coll’etica: poi la nostra famiglia, e le cose nostre coll’economia: finalmente le cose pubbliche ed i popoli colla politica. Chi non è buon cittadino, e buon padre di famiglia, non può essere buon magistrato. Qui domui suae praeesse nescit, quomodo ecclesiae Dei diligentiam habebit? inculcava s. Paolo (I Tim. III 5).

L’Evangelio non ha un motto di politica; ma divinamente fomentando la perfezione morale dell’individuo e della famiglia, preparò la massima rivolu-