Pagina:Latini - Il Tesoro, 1, 1878.djvu/32

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tico del Tesoro, coi testi degli autori citati, li riscontriamo di sovente voltati alla lettera. Anzi al testo latino di essi ci è forza talvolta ricorrere, per correggere la lezione errata, o incerta del Tesoro. Le mende, e non lievi, che all’età di Brunetto erano in quei testi; nel Tesoro purtroppo sono fedelmente riprodotte. Di qualche equivoco di Brunetto ci accorgiamo, scovando in quei testi l’ambiguo vocabolo latino che lo fece adombrare. Tutto questo si parrà chiaramente ne’ molti luoghi criticamente annotati in questa edizione. Fu pertanto a quelle primitive sorgenti che in generale attinse Brunetto. Nessuna meraviglia, che altri scrittori ripetano le stesse dottrine, ch’erano allora comune patrimonio dell’Europa cristiana. Di prima, o di seconda mano, quegli scrittori francesi le avranno estratte dai medesimi autori. Se sono eguali a quelle di Brunetto, non può dirsi con certezza che avvenga perch’egli abbia da essi copiato; ma per l’assioma, che due cose eguali ad una terza sono eguali fra loro21.

I Francesi fecero di quest’opera sommi elogi, come rammenta e prova il Chabaille. Il nostro Alain Chartier, egli scrive, lo colloca nel numero dei sapienti, degli storici, e dei poeti più celebri dell’evo antico e del medio. “Vuoi tu adunque riscontrare li tuoi casi in altrui, e le avventure