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quel d’Ascoli, nell’Acerba oap. XLV. E distiatamento

il racconta Solino, cap. XXX.

Capitolo LXIII.

Postilla il Sorio do()o il primo capovereo: «Fin (pii l’autore tradusse il ca()0. XXVII di Solino, ed il rimanente tu da lui letto ins. Ambrogio Hb.VI cap. 4. Exameron. Ma forse copiò Alberto Magno, che avrà tolto egli da s. Ambrogio.»

Capitolo LXIV.

11 Sorio annota nella chiusa del capitolo: Questo finimento nei t x originali è variato. Ms. capitolare veronese: // est si foìs et aguz, que il perce legierement quant que il atant (sic). Stampa francese 1863: Taupe ne voit goute, car natiwe ne volt pas OKrir la pel qui est sor ses oih, et ainsi ne valent il neant, porce que il ne sont descovert. Ms. Boncompagni: Et ainsi ne voit il néant pouirce qiœ ne sont descoiwers. E benchè non vede ella, nondimeno fora ciò che ne discorre sotto. Alberto Magno (.Illude il suo conto così: Talpa umlique ciica se facit longos fì-actus et concaros.