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Poi v’è l’isola di Sicilia, tra ’l mare Adriano e il nostro, ov’è l’arcivescovo di Palermo, di Messina, e di Morreale, ed otto1 vescovi. Ed evvi Mongibello, che tuttavia gitta fuoco per due bocche, e niente meno tuttavia v’ha neve sopra. E si v’è la fonte di Arethusa, ch’è meravigliosa cosa2.

E sappiate che tra Sicilia e la Italia è un piccolo braccio di mare in mezzo, ed è appellato Faro di Messina, onde molti dicono che Sicilia3 non è in Italia, anzi è paese per sè.

Nel mare di Messina, o vero di Sicilia4, sono l’isole Vulcanie, che sono di natura di fuoco.

E tutta la terra di Sicilia non è più di tre milia stadii, e lo stadio è in greco quello che noi appelliamo migliaro, e che’ Franceschi chiamano leghe; ma elle non sono però pari.

Anche è in Italia la terra di Romagna, in sul mare Adriano, ove sono alquante cittadi, cioè Arimino, Ravenna, Forlì, Imola, Cervia, Faenza, Forlimpopoli e Cesena, ed havvi uno arcivescovo, e dieci vescovi5.

  1. Il t et IX eveschiez.
  2. Ch’è maravigliosa cosa, glossa di Bono.
  3. Corretto Messina, in Sicilia, col buon senso, e col t.
  4. Il t en la mer de Secille.
  5. Il t où est la cité de Rimene, et Ravenne, et Ymole, et X autres eveschiez. Bono la sa più lunga del maestro.