Pagina:Latini - Il Tesoro, 3, 1880.djvu/232

Da Wikisource.
228

r uso ’ cresce e diletta, poi ritorna a necessità.

Che quando T uomo usa la sua vita no’ vizii, egli gli pare troppo grave lo giogo delle virtudi, ed è somigliante a colui eh’ esce del luogo tenebroso, che non puote sostenere la vista del sole ^. Gregorio disse: I rei son tormentati dentro dal loro cuore, per le male^ voluttà. Agostino disse: Cuore male ordinato, si è pena di sé. Seneca disse; Sia che * ’1 tuo misfatto ^ non sia saputo dagli altri; non però il travaglio del tuo cuore non se ne posa, però ch^egli sentesuomale.il poeta disse": La prima vendetta è, che ciascuno incolpi sé del suo vizio. La coscienza del malfattore è tuttavia in pena, però che le opere di virtude sono mezzane cose, e natura medesima si conforta mezzanamente, e si conturba del sopra piìi e del meno, sì come il vedere si conforta del colore verde, perchè è mezzo tra lo bianco e ’1 nero. Sì come la valente femina si rallegra quando ha conce 1) Corretto ella, in l’tiso, col t: li us croiste et delite.

2) Corretto ture, in risia, col t: la vene dou soleil.

3) Corretto come sopra, volontà, in voluttà, col t: convoitises. Vohtplos e voluntas sono spesso sinonimi della Volgata.

4) Mutato già, in sia, col t: ià soit que.

5) Corretto mio, in tiw, col buon senso, e col r; tez mejfaii.

6) Due codici del ^^habaiUe leggono Boeces.