Vai al contenuto

Pagina:Latini - Il Tesoro, 3, 1880.djvu/406

Da Wikisource.
402

mente, ma per opere; perchè Isidoro ’ comanda ^,

che tu renda guiderdone in maggiore ^ misura, che tu ne hai improntato. Che dovemo noi fare, quando alcuno ci fa ben di suo grado ? Certo noi doviamo seguire i campi * guadagnatori, clie rendono molto più che V uomo a loro non dà. Che se non ^ dottiamo a servire a quello che noi crediamo che ne valerà, che doviamo fare a quelli che a noi hanno già valuto? Egli è in nostra podestà donare, o non donare. Ma io non lodo a buono uomo eh’ egli non renda guiderdone di ciò eh’ egli ha ricevuto, s’egli lo puote fare senza forfatto ^

Sopra tutte cose ti guarda, che tu non dimentichi lo bone che altri t’ ha fatto, che tutti odiano colui che dimentica il beneficio ricevuto ’, e ad ogni gente parrebbe, che ’1 bene eh’ egli ti dovessero fare tu il dovessi dimenticare.

1) La sentenza è di Cicerone (I. off. e. 14) che legge: Hesiodus, e non Isidoro.

2) Ut: dit et commande.

3) Aggiunto: maggiore, col t: greignor mesìire.

4) Mutato Mercatanti, in campi, col t: ckans gaeignables

5) Corretto noi, in non, col t: et se nous ne doutons.

6) Aggiunto senza forfatto, col t: sanz forfait.

7) Aggiunto tutti odiano colui che dimentica il beneficio ricevuto, e, col t. tuit keent celui, à cui il ne sovient dou bienfait que il a receu, et.