Pagina:Latini - Il Tesoro, 3, 1880.djvu/507

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ma a quelli che l’ hanno rifiutato \ è comandato

oh’ elli abbandonino tutte loro cose; ed ancora fanno elli più. Che acciò eh’ elli sieno più perfetti, non basta pure eh’ elli rinegano le sue cose, ma gli conviene rinegare sé medesimo. E rinegare sé medesimo non è altro che rifiutare sua volontà, in tal maniera, che quegli che è superbo divegna umile, e quegli che è pieno d’ira divegna mansueto. Che chi rifiuta sue cose, e non rifiuta sua volontà, egli non é discepolo di Dio. Però disse: Chi vole essere mio discepolo ’, e venire dopo me, rineghi se medesimo.

Di ciò tace ora lo conto, e ritorna a dire delle tre ^ virtù contemplative, e prima dirà di fede.

1) Il T ha di più: mais à cels qui refusé V ont, est commaìulè que il ahandonent toutes lor choses. Empiuta la lacuna.

2) Chi cole essere mio discepolo, manca al t.

3) Mutato di, in delle, come nel titolo del capitolo appresso, t: des III vertus.